lyrics
Veleno
Fluttuo la vita a vedermi invecchiare
ché non si può essere figli in eterno di madri e neanche di padri, né di questa Storia, che non rende il dato
Scorro la vita a sapermi invecchiare
ché non si può esser madri e padri in eterno, di figli e questa vita, che niente rende, se non qualche idillio
Affondo la vita e la chiamo "mia"
e non si può essere madri di padri e padri di madri, da figli, se questa vita consuma, la memoria e la pelle
e sputo su una ruga, mentre pianto un seme, da cui riemerge un cancro
e vorrei finisse in un lampo, quasi come in un sogno, a cancellare i contorni,
a modellare le risa, attorno a un pianto obbligato, a dir "di nessuno è colpa!",
"solo così doveva, solo così era già, da chissà quanto tempo",
da quando i sogni eran spenti attorno a "era già" e "doveva",
doveva doveva, dove va? Dove va? Dove va? Dove va?
E poi guardo te padre, che hai quasi cent'anni e sbeffeggi la morte azzannando un agnello,
e poi guardo te madre, che non mi vedi invecchiare e mi chiami bambino
e poi ancora te e no io no non posso, proprio farti soffrire
e chino la testa e aspetto che il lampo, a sé ora mi colga
e che tu lo confonda, con la voce di un Dio, che tanto ti ama.
Ridammi i miei giochi che ora è giunto il momento,
pistola, spada, elmo, scudo, con cui hai urlato
"sii uomo",
le tue medicine che mi han curato dal male e mi han tenuto al tepore
perché solo tu, che mi hai dato la luce, ora al buio mi rendi
affogando il mio pianto nel mare che porti
e che io come tu, abbiam chiamato Veleno
o se meglio credi, raccontami ancora, la storia che sai,
che la domenica un giorno, un giorno solo dura
e che al lunedì, tutto poi ricomincia
ma che il sole è il sole e un sorriso è un sorriso
e chi (chi?)ama la morte, infondo un po' ne ha paura
e chi nega la vita ... ah, ora più non ricordi
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